Alla fine sarà Antonio Tajani, esponente del Partito popolare europeo, a guidare l’Europarlamento per i prossimi anni, come successore del dimissionario Martin Schulz. L’italiano ha sconfitto Gianni Pittella, connazionale ed esponente dei Socialisti e democratici. Necessario e determinante è stato l’appoggio dei liberali dell’Alde, guidati da Guy Verhofstadt e del gruppo dei Conservatori britannici.
Sono serviti 351 voti ad Antonio Tajani per conquistare la Presidenza del Parlamento europeo. L’italiano, eletto in nel Partito popolare europeo in quota Forza Italia, ha infatti sconfitto lo sfidante del gruppo Socialista Gianni Pittella che si è fermato a quota 282 preferenze, numero insufficiente per succedere al collega di partito Martin Schulz.
Una vittoria pressoché scontata quella di Tajani che ha potuto contare sull’appoggio, oltre che dei Popolari, anche dei Mep liberali dell’Alde e di quelli Conservatori del gruppo Ecr britannico.
Sarò il presidente di tutti, rispetterò tutti i deputati e i Gruppi; potrete contare sulla mia totale disponibilità. Dovremo dedicare il nostro lavoro a tutti coloro che sono in difficoltà; credo che sarà un sentimento comune.
Queste le parole che il nuovo presidente dell’Europarlamento ha voluto riservare in occasione della sua acclamazione, avvenuta nella serata di lunedì 17 gennaio, al quarto scrutinio e dopo tre fumate nere.
Chi è Antonio Tajani
Romano, classe 1953 e giornalista, Antonio Tajani è stato eletto per la prima volta al Parlamento europeo nel 1994. Dal 2008 al 2010 è stato commissario europeo per con delega ai Trasporti nella prima Commissione guidata da Josè-Manuel Barroso. Nel 2014 arriva la svolta e la nomina a vicepresidente della Commissione con delega all’Industria e all’imprenditorialità.
Nel luglio del 2014 viene eletto vicepresidente vicario del Parlamento europeo in supporto al socialista Martin Schulz.
Tra i fondatori del partito politico Forza Italia, è stato caporedattore della redazione romana de Il Giornale e conduttore del radiogiornale Rai. Nel 2001 è stato il candidato sindaco del Centrodestra a Roma, risultando però sconfitto dall’avversario Walter Veltroni, appoggiato dalla coalizione dell’Ulivo.
GLI SCENARI
Ora, con la vittoria di un esponente del Partito popolare alla guida dell’Europarlamento, si aprirà quasi sicuramente una vera e propria “guerra di successione” per la conquista della presidenza del Consiglio europeo.
Il gruppo dei Socialisti infatti, quasi con certezza, dovrebbe rivendicare l’ultima poltrona che a breve resterà vacante.
Alla guida del Consiglio europeo dal 2014 c’è infatti un altro esponente Popolare, Donald Tusk. Nel 2017 dovrebbe scadere il mandato di due anni e mezzo dell’ex premier polacco e – per una mera questione di “smistamento” delle poltrone – l’incarico dovrebbe essere affidato a un esponente della famiglia socialista, restata orfana della presidenza del Parlamento, retta fino ad oggi dal tedesco Martin Schulz.
Ancora di nomi non ce ne sono e, soprattutto, non ne vengono fatti. La sconfitta di Gianni Pittella, ha sostanzialmente aperto una vera e propria crisi interno alla “grosse koalition” che appoggia la Commissione di Jean-Claude Juncker.
Insomma, il 2017 sarà sicuramente un anno ricco di sorprese e, in Europa, i giochi sono tutt’altro che chiusi. Infatti l’elezione di Tajani ha sicuramente acceso gli animi e i risvolti politici interni – che potrebbero mettere a repentaglio la stessa durata della legislatura europea – non tarderanno ad arrivare.
di Omar Porro