La situazione siriana è un inferno. Capire cosa sta succedendo è doveroso in quanto esseri umani e indispensabile per la comprensione di quei fenomeni che travalicano i confini naturali di quella terra. Per questo motivo la nostra Rivista seguirà più da vicino la guerra siriana, che in realtà sono tante guerre diverse e sovrapposte, in modo da fornire un quadro sempre aggiornato e il più chiaro possibile.
Mentre a Ghouta prosegue il massacro di civili a Idlib una nuova formazione ribelle combatte e sottrae città all’ex Nusra con il sostegno della popolazione.
Nelle ultime settimane il conflitto siriano ha subito una drammatica escalation che ha portato alla massiccia offensiva governativa sulla Ghouta orientale, dove tra l’inazione della comunità internazionale si sta consumando un bagno di sangue di civili, e all’intervento turco su Afrin, che ha portato Ankara a conquistare la zona di confine riconnettendo Azaz alla provincia di Idlib.
In questo quadro stanno passando inosservati gli sviluppi militari in corso nella provincia di Idlib, in mano ai ribelli. Dopo la massiccia offensiva governativa di gennaio, il fronte ribelle ha visto nascere un nuovo fronte, frutto di divisioni da anni caratterizzanti quello che per semplicità viene definito “fronte ribelle”. In realtà, si tratta di una complessa miriade di fazioni e coalizioni in continuo mutamento, e spesso in conflitto tra loro, che avevamo analizzato qui e che negli ultimi mesi ha portato allo scontro aperto tra Hay’at Tahrir al-Sham (HTS), la formazione estremista salafita nata dallo scioglimento di Nusra che controlla molte aree di Idlib – dove ha imposto la Sharia – e le altre fazioni ribelli.
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A febbraio, due delle più grandi fazioni islamiche ribelli (Ahrar al-Sham e Nour al-Din al-Zenki), si sono unite in una coalizione chiamata Jabhat Tahrir Souria (JTS, “Fronte di Liberazione Siriano”) che il 19 febbraio ha avviato un’offensiva contro HTS, sottraendo al loro controllo molte città in pochi giorni. La prima a essere sottratta ad HTS è stata Maarat al-Nu’man, una delle più popolose città ribelli con 80.000 civili stimati che nel giugno 2017 era caduta in mano ad HTS dopo che questi avevano sconfitto le fazioni dei ribelli moderati dell’FSA. In pochi giorni HTS ha perso decine di città e villaggi a ovest di Aleppo e nella parte centrale di Idlib.
Nell’estate 2017 HTS aveva conquistato quasi tutta Idlib, prendendo il controllo del Consiglio Locale – l’amministrazione civile di auto-governo – impiantandoci un governo affiliato e imponendo i divieti della Sharia, come quello di fumare, e assumendo il controllo dell’istruzione e degli affari civili.
L’offensiva contro HTS non sembra però solo una guerra intestina del fronte ribelle, dal momento che la coalizione JTS ha il sostegno della popolazione che vuole cacciare l’ex Nusra dalle proprie città. Come riportato da Syria Direct, giornale indipendente siriano che segue da vicino il conflitto comprese le vicende di Idlib, nei mesi scorsi la popolazione è più volte scesa in strada a manifestare (vedi video sottostante) contro HTS, subendo anche repressioni e arresti, e ora con l’offensiva in corso alcuni civili si stanno unendo a JTS attaccando i checkpoint di HTS.
L’ultima città ad essere stata sottratta a HTS è la popolosa Darat Izza, con 40.000 abitanti, che ha portato JTS a 10 km da Bab al-Hawa, il valico di confine con la Turchia in mano a HTS dal luglio 2017. HTS ha però lanciato una controffensiva che gli ha fatto riconquistare nelle ultime ore diversi villaggi.
Nel pieno di questo nuovo conflitto, dagli esiti incerti ma che potrebbe decretare la fine del dominio qaedista su Idlib (inteso alla luce della vecchia affiliazione di Nusra ad al Qaeda), non mancano le vittime civili e i medici locali denunciano che a causa dei combattimenti molte strade sono interrotte e spesso non è possibile per le ambulanze raggiungere i feriti.
di Samantha Falciatori