Si conclude oggi, lunedì 12 marzo, la prima visita di Stato del presidente francese in India, un viaggio di quattro giorni durante i quali Macron ha incontrato il primo ministro indiano Narendra Modi. Il leader francese ha dichiarato ai media indiani il desiderio di rendere la Francia “il miglior partner dell’India in Europa“, sostituendo la Gran Bretagna come “porta d’ingresso in Europa” dell’India, soprattutto dopo la Brexit.
Molti gli accordi firmati, sia commerciali che sulla sicurezza marittima e sulla libertà di navigazione, anche alla luce del fatto che la Francia ha tre territori dell’Oceano Indiano – Reunion, Mayotte e le Terre australi e antartiche francesi – che comprendono in totale quasi 1 milione di cittadini francesi. La Francia ha anche basi militari a Gibuti e negli Emirati Arabi Uniti, fattori che rendono strategica la difesa e la stabilità dell’area. Per questo la sicurezza è stato uno dei temi principali, in termini di difesa, tecnologie e antiterrorismo.
Firmato anche un accordo sul reciproco supporto logistico tra le forze armate dei due Paesi e un accordo per accelerare la costruzione di una grande centrale nucleare in India da parte di una società francese.
Domenica 11 marzo Modi e Macron hanno aperto la Conferenza dell’International Solar Alliance (ISA), un’iniziativa lanciata da Modi e dall’ex presidente francese Hollande a margine della Conferenza sul clima di Parigi nel 2015 per promuovere uno sfruttamento efficiente dell’energia solare per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
Un viaggio proficuo per entrambi i Paesi, se si considera che gli scambi commerciali tra India e Francia nel 2016-17 hanno toccato gli 8,9 miliardi di euro, con la Francia che è il nono più grande investitore straniero in India, secondo cifre del governo indiano. Il rafforzamento strategico dei rapporti tra i due Paesi non è però solo commerciale. Secondo Rajesh Rajagopan, professore di Politica Internazionale di Nuova Delhi:
le potenze europee come Francia e Germania sono sempre più preoccupate per il comportamento della Cina, vorrebbero una maggiore stabilità e un certo equilibrio in Asia, e quindi vedono l’India come un possibile partner in questo sforzo.
di Samantha Falciatori