Di Christian Piscopo
In Brasile il consenso per Dilma Rousseff ha toccato il minimo storico del 9% e la Camera dei deputati ha aperto la procedura di impeachment. La mozione era stata presentata il 21 ottobre dall’opposizione. Dilma è accusata di aver raggirato le leggi fiscali brasiliane, di aver truccato i bilanci e di aver manipolato le finanze del Paese per favorire la propria campagna elettorale.
L’antagonista. Il 2 dicembre, Eduardo Cunha (PMDB-RJ), l’attuale presidente della Camera dei Deputati ha accolto la richiesta di impeachment nei confronti della Presidente Dilma Rousseff, democraticamente eletta e al suo secondo mandato. Già da mesi esisteva nel governo una coalizione pluripartitica che chiedeva l’impeachment della Presidente, accusata di aver truccato i bilanci e aver modificato decreti legge per utilizzare fondi pubblici senza l’autorizzazione del Congresso Nazionale. Con l’ordine di Cunha, verrà creata una speciale commissione alla Camera con 66 deputati titolari e un numero uguale di supplenti. Il gruppo avrà il compito di elaborare un parere di proseguimento o archiviazione del processo di impeachment. Ai fini del riconoscimento, il parere dipende dal sostegno di almeno due terzi dei 513 deputati (342 voti). Laddove i parlamentari decidessero di aprire il processo di impeachment, Dilma sarà costretta a dimettersi per 180 giorni in quanto il processo passerebbe al Senato.
La dichiarazione d’innocenza. In un discorso alla nazione, Dilma Rousseff ha dichiarato «ho ricevuto con indignazione la decisione del presidente della camera di avviare la procedura di impeachment contro il mandato conferitomi democraticamente dal popolo brasiliano» e ancora «non ho commesso alcun atto illecito e su di me non ci sono sospetti di appropriazione indebita». Ma i giudici insistono: «ha falsificato il bilancio dello Stato». È La prima volta in 80 anni che la Corte dei Conti di Brasilia boccia il bilancio di un Presidente.
Il Ricatto. La repentina decisione di Cunha di aprire la procedura di impeachment nei confronti della Presidente è concomitante al rischio di decadere come parlamentare. Durante l’operazione Lava Jato – la più grande indagine di corruzione e riciclaggio di denaro che il Brasile abbia mai conosciuto, che vede protagonista la Petrobras e il giro di mazzette da oltre 2 miliardi di dollari che il colosso petrolifero di Stato ha elargito ai membri del PT, partito della Rousseff – sono stati scoperti i conti svizzeri rigonfi di dollari che proprio Cunha possiede, presumibilmente frutto di attività poco lecite.
Nelle prossime settimane vedremo chi la spunterà. In caso di impeachment, la Presidenza passerebbe al vice presidente Michel Temer, che appartiene al PMDB, lo stesso partito di Cunha.