Martedì 13 Febbraio il Presidente Emmanuel Macron ha dichiarato ai giornalisti dell’Eliseo, che non appena arriveranno le prove dell’utilizzo di armi chimiche proibite contro i civili di Douma e Saraqeb, la Francia bombarderà i luoghi in Siria da dove provengono le stesse e dove vengono stoccate (..) Sebbene la priorità resti combattere il terrorismo, il regime di Assad non sfuggirà alla giustizia. L’intelligence francese tuttavia, non ha ancora trovato riscontri tali da giustificare un intervento, che come precisato mercoledì 14 Febbraio dal Ministro degli Esteri, avverrà solo se sarà provato che gli attacchi siano stati letali (..) e condotti dalla compagine governativa.
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Come fece Obama nel 2013 (senza dare seguito alla minaccia), anche Macron traccia una linea rossa da non oltrepassare, (anche se poi si può oltrepassare). Il consiglio di sicurezza dell’ONU si è riunito per votare una dichiarazione di condanna (a cui si è opposta la Russia) all’utilizzo di armi chimiche ai danni della popolazione, nel corso dell’ultima offensiva del regime siriano & co iniziata a Gennaio 2018 e tutt’ora in corso. Parole al vento quelle che Macron avrebbe scambiato al telefono con Putin Venerdì 9 Febbraio, che stando alla posizione assunta in sede ONU, reputa una calunnia quella del recente utilizzo del gas clorino sui civili in Siria.