Un tribunale della Nigeria ha rilasciato 475 affiliati di Boko Haram per sottoporli a percorsi di riabilitazione. Alcuni degli imputati erano detenuti dal 2010 senza aver mai ricevuto un processo, motivo per cui il governo nigeriano è stato più volte criticato da gruppi umanitari.
Il programma di riabilitazione per membri di Boko Haram mira a de-radicalizzarli e a reintegrarli nella società e ha ottenuto il sostegno dell’Unione Europea, che nel 2016 ha lanciato il programma stanziando 67 milioni di euro.
Da allora sono stati fatti dei progressi e a gennaio la Nigeria ha rilasciato 244 ex membri di Boko Haram che avevano completato con successo il programma di riabilitazione.
La Nigeria è impegnata nella più grande indagine del Paese contro membri e affiliati dell’insurrezione armata islamista di Boko Haram, che dal 2009 cerca di imporre lo Stato Islamico. Da allora oltre 20.000 persone sono state uccise e 2 milioni sono state costrette a lasciare le loro case nel nord-est della Nigeria a causa di violenze e attentati.
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Appena la settimana scorsa infatti tre kamikaze di Boko Haram hanno colpito la città di Konduga, nel nord-est della Nigeria, uccidendo almeno 18 persone a un mercato del pesce.
Parallelamente ai processi e ai programmi di riabilitazione, la Nigeria deve quindi occuparsi anche delle vittime di Boko Haram. Per questo il 1 febbraio 2018 l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha annunciato una campagna di finanziamento per raccogliere ulteriori 157 milioni di dollari da destinare alle vittime del gruppo terrorista.
di Samantha Falciatori