Dopo Polonia, Italia, Austria e Ungheria ora anche la Slovenia ha virato a Destra, premiando i partiti euroscettici e neopopulisti. Si prospetta infatti l’incarico a Janetz Jansa per la formazione del nuovo Governo. Una vittoria, quella dell’Sds (il Partito democratico sloveno di Centrodestra), che ha di fatto rinsaldato l’alleanza con i Paesi del Gruppo Visegrad.
Slovenia: verso un Governo ultraconservatore
Il presidente della Repubblica Burot Pahor, infatti, ha già annunciato che darà l’incarico a Jansa di formare un Esecutivo proprio in virtù del 25% dei consensi raccolti nella tornata elettorale di questo weekend.
Ma l’Sds, però, uscito come vincitore “potenziale” non potrà governare il Paese se prima non riesce a stringere delle alleanze con gli altri partiti sconfitti alle urne.
Non sarebbe la prima volta che il vincitore non è in grado di formare un Governo. Dobbiamo impegnarci tutti nella formazione di un Esecutivo inclusivo per il bene del Paese.
Questa la dichiarazione del Capo dello Stato, all’indomani della conferma dell’esito della tornata elettorale.
Come sono andate le elezioni?
Il 25% dei voti (pari a 25 seggi in Parlamento) è andato appunto al partito ultraconservatore di Jansa, seguito dal 12,6% della lista civica di Marjan Sarec (13 seggi), dal Partito socialdemocratico fermo a poco meno del 10% (10 deputati) come la formazione del Capo del Governo uscente, Milo Cerer, in caduta libera al 9,7%.
Poco sotto il 5%, invece, l’ultradestra che porta a casa 4 scranni nell’Assemblea nazionale.
Ma il vero scoglio sarà ora quello di trovare alleati pronti a sedersi intorno a un tavolo per garantire una maggioranza parlamentare solida e, soprattutto, duratura.
L’ombra dell’Ungheria di Orbàn sull’esito del voto
Non sono mancati, e non mancano mai ultimamente durante le tornate elettorali europee, i sospetti su una presunta “manipolazione” dell’esito del voto. L’appoggio del premier (riconfermato qualche settimana fa) ungherese Viktor Orbàn non è del tutto scontato.
Secondo l’opposizione, infatti, parrebbe che dietro la vittoria di Jansa ci sia il finanziamento da parte del primo ministro magiaro alla campagna elettorale slovena. Nulla di più probabile, considerato che anche il Capo del Governo incaricato ha focalizzato il dibattito politico accendendo i riflettori sulla lotta al fenomeno migratorio.
Un problema che, dal 2015, ha coinvolto anche la Slovenia che è l'”ultimo scoglio” per i rifugiati che cercano di entrare nell’Unione europea attraverso la rotta balcanica.
Nel frattempo Janetz Jansa ha tutta l’estate per riuscire a raggiungere un accordo con i potenziali alleati. Ma ad oggi, però, più che puntare su segnali distensivi e di disgelo, gli altri partiti sloveni preferiscono chiudere le porte al dialogo con il partito conservatore di maggioranza relativa.
di Omar Porro