Il presidente cinese Xi Jinping è arrivato in Africa sabato 21 luglio per una visita di Stato nel continente, in Senegal e poi in Rwanda, prima della sua partecipazione a un vertice delle economie emergenti dei BRICS in Sud Africa che inizierà mercoledì 25 luglio.
In Senegal Xi ha incontrato il presidente Macky Sall e annunciato un rafforzamento dei legami economici con l’Africa, con la firma di alcuni accordi bilaterali.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il Senegal ha registrato una crescita economica del 7,2% l’anno scorso. Il suo più grande partner commerciale è l’Unione Europea, in particolare la Francia, ma più in generale è la Cina il più grande partner commerciale dell’Africa.
Pechino ha infatti inondato il continente di prestiti cinesi a basso costo in cambio di minerali e di enormi progetti di costruzione. Ad esempio, la Cina ha aperto in Gibuti la sua prima base militare nel continente lo scorso anno e questo mese il Gibuti ha lanciato una zona di libero scambio sostenuta dalla Cina che il governo locale ha definito “la più grande in Africa”.
L’Africa è nel bel mezzo di un boom di progetti infrastrutturali, gestiti e finanziati a basso costo dalla Cina, come parte dell’iniziativa Belt and Road di Xi per costruire una rete di trasporti che collega la Cina via terra e via mare ad Asia sud-orientale, Asia centrale, Medio Oriente, Europa e Africa.
La Cina ha impegnato 126 miliardi di dollari per il piano, che è stato elogiato dai suoi sostenitori come fonte di finanziamenti vitali per i Paesi in via di sviluppo. In Senegal, i prestiti cinesi hanno finanziato un’autostrada che collega la capitale Dakar a Touba, la sua seconda città principale, e parte di un parco industriale sulla penisola di Dakar.
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Ma la presenza cinese non è solo economica: oltre al commercio e ai minerali, la Cina vede l’Africa come una fonte di sostegno politico. La diplomazia cinese è riuscita, a maggio di quest’anno, a far sì che tutti i Paesi africani, tranne lo Swaziland, interrompessero le relazioni diplomatiche con Taiwan. L’ultimo Stato africano a rompere i rapporti diplomatici era infatti stato il Burkina Faso.
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Secondo i critici però l’Africa si sta caricando di un debito verso la Cina che potrebbe faticare a ripagare, con stime da decine di miliardi di dollari. Ciò potrebbe costringere alcune nazioni africane a cedere alla Cina le partecipazioni di alcune attività strategiche.
di Samantha Falciatori