L’Italia aprirà un consolato a Samarcanda?

Registan square, Samarcanda Credit to: Alamy

L’Uzbekistan, paese centrale lungo la Via della Seta, grazie soprattutto alla città di Samarcanda, da sempre snodo principale dei traffici eurasiatici, punta ad affermarsi come ponte commerciale fra l’Asia e l’Europa. L’Italia ha l’occasione di stabilire relazioni diplomatiche con l’Uzbekistan prima di altri in Europa.


Grazie alla sua posizione geografica e alla costante espansione economica (la prospettiva di crescita del PIL nazionale per il 2021 è del 6.5%) e demografica (il tasso di crescita annuo è di 1.48%), il Paese dell’Asia Centrale ha un potenziale interessante per gli investitori italiani, confermato dalla crescita degli scambi commerciali registrata negli ultimi anni: si passa da €336,8 milioni del 2018 a €344,4 milioni nel 2019, con un calo del 15,89% nei primi mesi del 2020 dettato dall’emergenza sanitaria.

The Guardian

L’attività di promozione delle relazioni tra l’Italia e l’Uzbekistan è sostenuta principalmente da due piattaforme. Da un lato, un punto di riferimento essenziale per le realtà produttive e imprenditoriali dei due paesi è la Camera di Commercio Italia-Uzbekistan che ha l’obiettivo di promuovere le relazioni economiche e commerciali.

Dall’altro, il Business Forum promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano e il Ministero Degli Investimenti e del Commercio Estero uzbeko, che mira a rafforzare la conoscenza tra i due paesi per favorire la cooperazione e il partenariato bilaterale.

Gli sforzi effettuati per il processo di transizione democratica, tra i quali significativi progressi per la libertà di stampa e il pluralismo politico, sono stati riconosciuti dagli osservatori internazionali.

Inoltre, in occasione della 75ma Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tenutasi il 23 settembre 2020, il presidente Shavkat Mirziyoyev ha dichiarato la volontà di uscire dall’isolamento politico ed economico, affermando il ruolo internazionale dell’Uzbekistan come corridoio strategico per gli scambi commerciali:

“il Paese è pronto ad attuare riforme economiche per migliorare il contesto in cui operano le imprese, per costruire infrastrutture moderne e formare una popolazione molto giovane alle nuove professioni”.

La ricchezza di risorse quali petrolio e gas, ma anche oro e argento, uranio, rame, tungsteno e vanadio, unitamente ai progressi economici, ha favorito il rapporto con Roma, che ha dimostrato crescenti attenzioni per il paese centroasiatico.

A portare l’orma italiana nella realtà uzbeka è stata la Versalis, società chimica appartenente al gruppo Eni, che il 2 febbraio 2020 ha siglato un accordo con una delle maggiori società di costruzione nella regione, l’Enter Engineering Pte, per un progetto che vedrà l’attivazione di un impianto chiave in Uzbekistan, possibile grazie alla fornitura italiana della tecnologia necessaria.

Attualmente le aziende italiane operanti nella Repubblica centroasiatica sono principalmente coinvolte nel settore dei materiali da costruzione, dello sviluppo immobiliare e della consulenza tecnologica (Danieli, Pietro Fiorentin, Gielle, Graf, Leonardo, Mapei, Renzo Landi, per citarne alcune), ma le opportunità per il Bel Paese di allargare il proprio mercato sono molteplici così come le possibilità di stringere accordi win-win in diversi settori, riappropriandosi così dello storico e prestigioso ruolo di connessione tra Ovest ed Est, fra Europa e Asia.

La città di Firenze, ha preso l’iniziativa per l’Italia. Negli ultimi mesi la volontà di stringere un legame diplomatico con l’Uzbekistan ha portato il capoluogo toscano (lo scorso 26 febbraio), a inaugurare il nuovo consolato onorario dell’Uzbekistan affidando la guida della sede diplomatica al fiorentino Leonardo Comucci, consigliere della Camera di Commercio Italia-Uzbekistan, nonché promotore dell’Accordo di Amicizia e Gemellaggio che lega Firenze a Samarcanda.

Inoltre, sempre nell’ultimo periodo, la regione ha promosso l’internazionalizzazione delle imprese e ha aperto un sevizio di mediazione internazionale a Tashkent.

Prospettive interessanti si presentano dunque, per gli industriali italiani, ma anche per il governo che ha l’occasione di inaugurare un consolato a Samarcanda, dopo il Kazakistan e la Turchia, mandando così un messaggio chiaro ed esplicito all’Europa e a Tashkent.

Di: Margherita Schumann