La Commissione giuridica dell’Europarlamento ha respinto due dei candidati che avrebbero dovuto sostenere le audizioni prima dell’effettivo incarico alla guida dei dicasteri comunitari. Ora la palla torna nelle mani della presidente Ursula von der Leyen.
Non iniziano certo nel migliore dei modi i lavori della nuova Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen. La Commissione giuridica del Parlamento europeo ha infatti alzato alcuni dubbi circa la possibilità di prendere possesso delle deleghe da parte di due candidati designati dai Governi ungherese e romeno.
La Commissione giuridica, infatti, ha lo scopo di valutare i curricula dei candidati alla carica di commissario prima che questi possano tenere le audizioni davanti al Parlamento europeo, audizioni necessarie per l’effettiva entrata in carica alla guida del dicastero assegnato.
Commissione europea: due candidati in conflitto di interesse?
Ma chi sono i due candidati che, stando a quanto deliberato dalla Commissione giuridica del Parlamento europeo, non potrebbero sostenere le audizioni per entrare in carica?
La prima candidata ad essere finita nell’occhio del ciclone è la 59enne Rovana Plumb, segnalata dal Governo della Romania come commissario europeo ai Trasporti.
Sotto la lente d’ingrandimento dell’Europarlamento ci sarebbe finita la documentazione per alcuni prestiti per un totale di circa un milione di euro. Ma non solo, ci sarebbero anche delle informazioni contraddittorie circa la dichiarazione finanziaria presentata a Bruxelles.
Ma lo “stop” dal Parlamento è arrivato anche per l’ungherese László Trócsányi, incaricato per la Politica di allargamento e di vicinato dell’Unione. In questo caso il “congelamento dell’audizione” sarebbe legato ad alcuni contratti stipulati tra il suo studio legale e il Governo di Viktor Orbàn proprio mentre Trócsányi (che è avvocato e professore universitario) era ministro della Giustizia.
Nessuna rilevazione invece per tutti gli altri commissari designati a far parte della compagine di Governo della presidente Von der Leyen.
Ma cosa succede ora?
Ora la palla torna nelle mani della presidente incaricata che, anche con tempi relativamente rapidi, dovrà nominare due nuovi incaricati (nel caso Plumb e Trócsányi non giustifichino le loro posizioni) per le deleghe ai Trasporti e alle Politiche per l’allargamento, in accordo con i due Governi nazionali.
Alcune settimane fa Ursula von der Leyen era stata aspramente criticata dalla stampa e da gran parte del mondo politico per aver assegnato (quasi a voler fare un favore ai sovranisti) un dicastero denominato “Protezione dello stile di vita europeo” al greco Margaritis Schinas.
I vicepresidenti
Ma chi sono gli altri membri della Commissione che, a partire da oggi – lunedì 30 settembre, inizieranno il valzer delle audizioni davanti al Parlamento europeo?
Sono 28 i membri del nuovo Esecutivo europeo. Dieci al Partito socialista, 9 al Partito popolare e 5 al gruppo liberale dell’Alde. Un commissario sarà espressione dei Conservatori e due i tecnici indicati dai rispettivi Governi nazionali.
Come alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza è stato designato il socialista spagnolo Josep Borrell i Fontelles.
Vicepresidente esecutivo e commissario europeo per il Clima sarà l’olandese Frans Timmermans, mentre la danese Margrethe Vestager sarà vicepresidente e delegata per la Concorrenza e agenda digitale.
Vladis Dombrovskis (Lettonia) resta vicepresidente e commissario ai servizi finanziari, mentre la liberale ceca Vera Jourová guiderà il dicastero della Trasparenza.
Il contestato incarico per la “Protezione dello stile di vita europeo” è andato al greco Margaritis Schinas. Allo slovacco Maros Sefcovic la delega per le Relazioni interistituzionali (oggi in capo a Timmermans) mentre alla croata Dubravka Suica l’incarico su Democrazia e demografia.
Gli altri commissari
Il popolare Johannes Hahn (Austria) non sarà vicepresidente, ma sarà semplicemente commissario per il Bilancio e l’amministrazione.
Il dicastero della Giustizia è stato assegnato al belga Didier Reynders, mentre quello per l’Innovazione e gioventù è stato affidato alla bulgara Marija Gabriel. La cipriota Stella Kyriakidou si occuperà di Salute e sanità.
All’Estonia il compito di seguire i dossier per l’Energia con la nuova commissaria Kadri Simson, la finlandese Jutta Urpilainen avrà invece il portafoglio delle Partnership internazionali.
Il Mercato interno sarà invece assegnato alla francese Sylvie Goulard (che fa parte del partito En Marche di Emmanuel Macron).
L’irlandese Phil Hogan si occuperà di Commercio e lascerà la delega dell’Agricoltura e sviluppo rurale al polacco Janusz Wojciechowski.
L’Italia si è aggiudicata, non con facilità, la delicata delega dell’Economia che sarà affidata all’ex premier Paolo Gentiloni.
Il commissario per l’Ambiente e gli oceani sarà Virginijus Sinkevicius, rappresentante tecnico indicato dalla Lituania. Un altro tecnico sarà Janez Lenarcic, indicato dalla Slovenia come commissario per la Gestione delle crisi.
Le Politiche per il lavoro sono state affidate al lussemburghese Nicolas Schmit, mentre le deleghe di Uguaglianza, cittadinanza e pari opportunità sono assegnate a Helena Dalli (Malta).
Il dicastero per la Coesione e le riforme sarà competenza della portoghese Elisa Ferreira, mentre la svedese Ylva Johansson si occuperà degli Affari interni e immigrazione.
Fuori il Regno Unito
Restano fuori quindi, per ora, i rappresentanti di Ungheria e Romania. Mentre nessun commissario è stato assegnato al Regno Unito. Questa è stata la decisione del primo ministro Boris Johnson che punta a chiudere i rapporti con l’Unione entro ottobre.
Ora la palla, per risolvere l’inghippo creato con gli incaricati dei Governi di Romania e Ungheria, torna nelle mani della tedesca Von der Leyen. Ma il braccio di ferro potrebbe essere più duro del previsto.
di Omar Porro (Foto di copertina: © European Union 2019 – Source: EP)