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Nuclear smugglers sought extremist buyers
di Desmond Butler e Vadim Ghirda
Nel febbraio 2015 alcuni contrabbandieri russi hanno tentato di vendere quantitativi di cesio – sufficienti a contaminare diversi isolati di una città – ad affiliati estremisti dell’Isis. È quanto riporta l’Associated Press, entrata a conoscenza di alcune investigazioni coordinate tra l’Fbi statunitense e la polizia moldava.
La vendita, sventata a febbraio 2015, è stata l’ultima di una serie di 4 tentativi negli ultimi 5 anni di contrabbando di materiale nucleare impediti dalle investigazioni. Scrive Ap
Le organizzazioni criminali, alcune legate agli ambienti dell’ex Kgb, stanno gestendo un florido mercato nero di materiale nucleare in Moldavia, piccolo e povero paese dell’Europa orientale.
La Moldavia si conferma quindi una delle più profittevoli vie del contrabbando internazionale. Secondo la polizia la recente tensione internazionale tra il blocco occidentale e quello russo ha messo in crisi anche la cooperazione nell’ambito della lotta alle criminalità organizzate. Con queste premesse per i contrabbandieri trovare vie che attraversano il continente euroasiatico in entrambe le direttrici (nord-sud / est-ovest) diventa più semplice. La polizia moldava si aspetta altri casi simili in futuro.
Dopo aver analizzato le intercettazioni e i filmati, Ap ha definito preoccupanti le vulnerabilità alla lotta al contrabbando internazionale, sia nell’ex area sovietica che nei balcani, cioè i luoghi più sensibili per questo genere di traffici. Per ogni contrabbandiere arrestato altri riescono a fuggire, ed è probabile che queste operazioni non riescano a intercettare tutto il materiale nucleare in possesso delle organizzazioni criminali.
Le operazioni sono riuscite ad infiltrare negli ambienti vicini alla criminalità organizzata che si occupa di questo business alcuni agenti sotto copertura, che dopo mesi di incontri in night-club, vodka e sushi-bar di lusso, sono riusciti ad incastrare alcuni contrabbandieri.
Il caso più grave scoperto dagli investigatori risale al 2011, periodo in cui si indagava su un gruppo della criminalità organizzata russa guidato da Alexandr Agheenco, detto “il colonnello” per via dei suoi stretti rapporti con i servizi segreti dell’Fsb (le autorità moldave credono sia lui stesso un agente Fsb). In quelle indagini emerse che un uomo di Agheenco stava organizzando la vendita di uranio U-325 – con cui si possono costruire bombe sporche – a un uomo del Sudan. Un raid della polizia nella casa del mediatore ha evitato la vendita. Secondo gli inquirenti che hanno effettuato le intercettazioni e che si sono occupati del caso, i russi si stavano preoccupando di far arrivare i materiali nucleari agli arabi.
Un approfondimento dell’inchiesta la si può trovare qui.
a cura di Lorenzo Carota