Il Gruppo di Lima, composto dai ministri degli esteri di Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Messico, Panama, Paraguay, Perù, e per l’occasione di Guyana e Santa Lucia (costituitosi l’8 Agosto 2017 nel tentativo di monitorare la crisi in Venezuela e favorirne la risoluzione), si oppone alla decisione annunciata dal Comitato Nazionale Elettorale (CNE) venezuelano di indire nuove elezioni presidenziali nel paese il 22 aprile 2018 senza l’accordo delle opposizioni, e non riconoscerà l’esito del voto, che potrebbe confermare al potere Maduro sino al 2025.
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Le diplomazie regionali hanno esortato il governo venezuelano a riprogrammare il calendario elettorale e hanno ritirato l’invito rivolto precedentemente a Nicolas Maduro, a partecipare al vertice delle Americhe che si terrà a Lima il 13 e 14 Aprile 2018. Il Ministro degli esteri peruviano Cayetana Aljovin ha ricordato come “Qualsiasi rottura dell’ordine democratico in uno stato membro rende impossibile la partecipazione dello stesso al Vertice” secondo quanto convenuto al summit delle Americhe tenutosi a Quebec city nel 2001. Qui la dichiarazione congiunta.
La dura presa di posizione da parte del Gruppo di Lima nei confronti di Maduro, arriva a seguito della denuncia contenuta nel rapporto stilato dalla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (IACHR) presentato a Washington il 12 febbraio 2018 circa il dilagare della corruzione all’interno delle istituzioni e l’aggravarsi della crisi umanitaria, unitamente all’indagine del Tribunale Penale Internazionale sulla violazione dei diritti umani in Venezuela.
L’iniziativa del Gruppo di Lima è stata appoggiata anche dagli Stati Uniti e dall’Unione europea. Beatriz Becerra, vicepresidente della sottocommissione per i diritti umani del Parlamento europeo, ha affermato che il parlamento europeo presenterà una serie di sanzioni nei confronti di Nicolas Maduro, del vicepresidente, del ministro della Difesa e dei membri dell’alto comando militare venezuelano.
Di: Daniel Rizzo