Perché l’Unione Europea non si fa promotrice di un’iniziativa umanitaria (coordinata dalle marine militari) che eviti a persone disperate d’imbarcarsi su quei gommoni e allo stesso tempo ascolti le richieste di quanti stanno scappando da una guerra?
Così The Zeppelin scriveva il 16 Marzo e caso vuole che abbia anticipato un importante iniziativa del governo italiano. Ed è una buona notizia. L’Unione Europea infatti, sta valutando l’ipotesi di mettere a disposizione di paesi quali l’Egitto e la Tunisia, risorse militari, logistiche e economiche, per preparare le marine nordafricane a intervenire nella ricerca e nel salvataggio di quanti, pur di raggiungere le coste europee, sono pronti a rischiare la vita, nella traversata del mar Mediterraneo.
Una volta tratte in salvo, queste persone verrebbero ascoltate e, o accompagnate nei porti dei paesi pronti ad accoglierle o rimpatriate. Detto in altri termini si tratterebbe di avviare le procedure di asilo al di fuori dei confini comunitari.
E se da un lato la Gran Bretagna si oppone nettamente a questa misura, per il fatto che la stessa comporterebbe inevitabilmente una qualche forma di ripartizione (dei migranti forzati) tra i 28 paesi membri, l’Austria si dichiara favorevole proprio per la stessa ragione. É utile ricordare che qualsiasi sistema di riparto non alleggerirebbe né l’accoglienza né l’integrazione, dato che a prescindere dai numeri, il problema non è come evitare di accogliere, bensì come farlo bene.
Tuttavia nel documento si legge: «la situazione attuale (nel mar Mediterraneo) è talmente seria da richiedere all’Europa un cambiamento di mentalità (..) dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per prevenire la partenza di migranti forzati dalle coste nordafricane del Mediterraneo.» Non mancano le opinioni di quanti ritengono l’iniziativa un‘espediente piuttosto efficace per deresponsabilizzare l’Unione Europea ai danni di paesi situati al di fuori della sua giurisdizione, come l’Egitto e la Tunisia, che guiderebbero le operazioni di salvataggio; per questa volta però preferiamo credere che si sia inquadrato il problema e che se ne stia quantomeno discutendo, nelle sedi appropriate.
E non è tutto. Il Presidente del Consiglio italiano nel corso di una cena informale tenutasi a Bruxelles si sarebbe rivolto ai suoi colleghi del Consiglio d’Europa esortandoli a considerare il Mediterraneo: «cuore e non periferia dell’Europa». Guardare solo alla Russia e all’Ucraina risulterebbe fuorviante: «l’Unione parli del Mediterraneo o rischia lo strabismo.»
Che anche lui abbia letto The Zeppelin? Dropping ideas.
Eliza Ungaro