L’Africa nell’era dell’industria 4.0

Secondo lo studio del fondo d’investimento internazionale “Partech Venture”, le somme di denaro investite nel settore delle nuove tecnologie in Africa hanno avuto un incremento del 30% nel 2016, passando così nell’arco di in un anno da 276 a circa 370 milioni di dollari investiti. E’ tuttavia in corso una quarta rivoluzione industriale rappresentata dalle start-up tecnologiche e digitali che stanno trasformando l’economia, l’occupazione, le industrie e le relazioni di tutto il continente nero.

Sebbene l’Africa sia rimasta ai margini degli sviluppi tecnologici, la quarta rivoluzione industriale sta poco a poco modificando l’assetto economico-sociale del continente. Sempre più aziende internazionali investono nella formazione e nello sviluppo di centinaia di start-up tecnologiche e digitali. In un continente dove lo stato rimane il più grande datore di lavoro, ma dove allo stesso tempo mancano spesso le infrastrutture e molti servizi non sono ancora garantiti, numerosi giovani imprenditori si sono organizzati in comunità e hanno sviluppato idee e realizzato migliaia di soluzioni concrete. Negli ultimi decenni si è visto esplodere il mercato digitale che riesce in effetti a colmare il gap dei vari servizi dando una marcia in più in molti paesi.

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Nonostante i vari problemi che la affliggono, l’Africa sta tenendo il passo dell’evoluzione tecnologia.
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Nel 2017, si stima che un terzo della popolazione africana possiede uno smartphone e sono sempre di più quelli che utilizzano i servizi digitali per affrontare i bisogni della vita: pagare la spesa al supermercato o il biglietto del bus, prestiti finanziari, trasferimento di denaro con commissioni sempre più basse, consulenza sanitaria a bancaria, servizi assicurativi, interazione digitale con database al servizio dell’istruzione, distribuzioni di film in rete. Nei vari incubatori delle grandi capitali africane, ogni giorno vengono proposte – grazie alle applicazioni mobili – soluzioni per ogni tipo di problema. Migliaia di applicazioni con l’ausilio di una connessione internet – sempre più potente – migliorano la vita quotidiana di milioni di africani. La Yabacon Valley – nel quartiere di Yaba nella periferia di Lagos in Nigeria – occupa il primo posto dove le aziende di tecnologia hanno attirato un investimento di circa 110 milioni di dollari nel 2016. Subito dopo il Sud Africa ha ricevuto investimenti per oltre 96 milioni di dollari. Sempre lo scorso anno, nella Silicon Savannah in Kenya, 21 start-up si sono aggiudicate investimenti di 92 milioni di dollari. Di fatto, molte aree potrebbero rivendicare il titolo di “Silicon Valley Africana” dove centinaia di start-up emergono in diversi campi come il commercio, l’agricoltura, le informazioni o addirittura energia rinnovabile.

Sviluppatori di Andela nella nuova sede a Lagos (Nigeria). Source: Andela

Secondo la rivista Quartz Africa, oggi, sono oltre 300 gli hub tecnologici ubicati in 93 città in 42 paesi del continente, rispetto allo zero di solo un decennio fa. Nigeria, Sud Africa, Kenya sono i più grandi centri di attività di start-up e rappresentano la crescita più rapida dei centri di innovazione del continente. Non a caso Mark Zuckerberg scelse proprio Lagos e Nairobi per la sue prime tappe nel continente. Il fondatore di Facebook grazie alla fondazione Chan-Zuckerberg ha finanziando un progetto di oltre 24 milioni di dollari. Progetto a cui hanno aderito Google Venture e Omidyar Network. Ma numerosi sono i vari incubatori sparsi in altri paesi che stanno emergendo e questo soprattutto nel campo della tecnofinanza e della Off-Grid costituendo quindi opportunità ancora inesplorate per i nuovi investitori. L’interesse di Zuckerberg, Google, IBM e Microsoft verso i nuovi talenti mostra che la percezione e la capacità tecnologica africana stanno cambiando.

Jeremy Johnson, CEO e fondatore di Andela:

“Il futuro della tecnologia sarà scritto a Lagos, Nairobi, Kampala, e crediamo che l’Africa avrà un ruolo di grandissima importanza nella scena della tecnologica mondiale.”

Con ritmi più blandi rispetto all’area anglofona, anche i paesi dell’Africa francofona stanno poco a poco migliorando la loro posizione. Nel 2016 Tunisia, Senegal, Costa D’Avorio e Marocco, hanno attirato un investimento di circa 38 milioni di euro rispetto ai 6 milioni dell’anno precedente. Questo è la testimonianza che anche questa area del continente è in fermento nonostante i vari problemi politici interni. E’ sempre in questo contesto che Orange – leader francese della telecomunicazione – ha deciso di stanziare 50 milioni di euro per start-up, sempre nei campi della nuova connettività, della Tecnofinanza, IoT, dell’energia e nel campo della e-health. La metà di questo importo sarà conforme a metà degli investimenti diretti effettuati attraverso il programma di Orange Digital Ventures Africa. I restanti 25 milioni di euro saranno spesi per investimenti indiretti tramite fondi specializzati sull’Africa.

Visita di Mark Zuckerberg a iHub a Nairobi (Kenya) via medelick

Oggi, il potere trasformativo della tecnologia deve essere considerato come un’opportunità per l’innovazione e lo sviluppo di competenze per consentire un cambiamento su larga scala che aiuti a  risolvere i problemi economici e sociali delle nazioni africane. Sembra che la nuova generazione stia cercando di ridurre il gap con il resto del mondo. Un gap che nonostante tutto, lo stato centrale fatica a colmare. Ci sono ancora molte lacune e a volte gli imprenditori faticano ad attirare la fiducia dei finanziamenti esteri. Ma se si osserva il lavoro svolto in un decennio non si può che essere ottimisti. Tuttavia, questo cambiamento favorirà la transizione africana dai margini al main-stream dell’economia globale conducendola a creare un ecosistema fiorente di imprenditori, imprese tecnologiche e hubs di innovazione sempre maggiore.

Un pastore Maasai controlla il cellulare nel sud del Kenya. Credits: Sven Torfinn.

Nonostante il continente sia ancora afflitto da molti problemi di cui abbiamo parlato più volte, l’area Sub-Sahariana è diventata il mercato emergente più appetibile per ogni forma di investimento. Ed è come non mai in passato, sempre più legata all’economia globale. La prossima rivoluzione guidata dal business, dall’innovazione e da una nuova classe di imprenditori talentuosi, proietta i mercati africani verso un era in cui il potenziale avrà una precedenza rilevante e permetterebbe il continente a fare il balzo che lo vede ancora oggi al rango di “continente in via di sviluppo” verso un ottica globale ridefinendo il suo rapporto con il mondo. Il futuro della tecnologia appare quindi brillante e – in definitiva – i governi africani sono responsabili della realizzazione di questo potenziale.

Mohamed-Ali Anouar