I negoziati di pace tra i guerriglieri dell’ELN e il governo colombiano sono ripresi giovedì 10 maggio presso L’Avana, all’insegna della speranza che questa nuova serie di incontri possa portare ad «un cessate il fuoco migliore di quello precedentemente concordato», per usare le parole di Pablo Beltrán, capo della delegazione incaricata di dialogare con i rappresentanti governativi.
Avviati nel febbraio 2017 a Quito, la capitale ecuadoriana, dove è stato trovato l’accordo per una tregua di 101 giorni, sono stati interrotti lo scorso gennaio a causa dell’alta tensione che aveva preceduto le legislative. Ulteriori ritardi alla riapertura dei tavoli negoziali sono conseguiti al rifiuto dell’Ecuador di esserne nuovamente sede, dopo che in più episodi alcuni gruppi dissidenti delle FARC hanno compiute attacchi e sequestri sul suo territorio nazionale.
Beltrán ha voluto sottolineare come in un anno così politicamente delicato per la Colombia sia necessario, da parte di tutti i settori della società, un impegno comune per il mantenimento continuativo della pace. Lo stesso presidente colombiano, Juan Manuel Santos, guarda al 27 maggio – data in cui si terranno le presidenziali – timoroso che gli sforzi compiuti in questi anni possano essere resi vani da un eventuale vittoria della destra.