La situazione siriana è un inferno. Capire cosa sta succedendo è doveroso in quanto esseri umani e indispensabile per la comprensione di quei fenomeni che travalicano i confini naturali di quella terra. Per questo motivo la nostra Rivista seguirà più da vicino la guerra siriana, che in realtà sono tante guerre diverse e sovrapposte, in modo da fornire un quadro sempre aggiornato e il più chiaro possibile.
Per la prima volta l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche ha concluso che unità dell’aeronautica militare siriana hanno usato gas sarin e clorino in Siria: a Ltamenah nel marzo 2017.
L’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche ha attribuito con un nuovo rapporto dell’8 aprile 2020 le responsabilità di alcuni attacchi chimici ad Hama, in Siria, identificando nel regime siriano l’autore di questi crimini.
Le indagini si sono concentrate tra giugno 2019 e marzo 2020 sugli attacchi chimici a Ltamenah, nella provincia di Hama, avvenuti il 24, 25 e 30 marzo 2017.
Il rapporto conclude che:
- Verso le 6:00 del 24 marzo 2017 un aereo militare Su-22 appartenente alla 50° brigata della 22° divisione aerea dell’aeronautica militare siriana, in partenza dalla base aerea di Shayrat, ha lanciato una bomba aerea M4000, contenente sarin, a sud di Ltamenah, colpendo almeno 16 persone;
- alle 15:00 circa del 25 marzo 2017, un elicottero dell’aeronautica militare siriana, in partenza dalla base aerea di Hama, ha sganciato un ordigno cilindrico sull’ospedale di Ltamenah rilasciando gas clorino e colpendo almeno 30 persone;
- verso le 6:00 del 30 marzo 2017, un aereo militare Su-22 appartenente alla 50° brigata della 22° divisione aerea dell’aeronautica militare siriana, in partenza dalla base aerea di Shayrat, ha lanciato una bomba aerea M4000 contenente sarin a sud di Ltamenah, colpendo almeno 60 persone.
Fino al 2018 l’OPAC aveva il mandato di accertare l’uso di armi chimiche in Siria senza però poterne identificare i responsabili. Il mandato è cambiato a giugno 2018, quando con una votazione interna a stragrande maggioranza l’OPAC ha esteso il proprio mandato anche all’identificazione dei responsabili.
I tre attacchi analizzati dal rapporto hanno avuto luogo pochi giorni prima del famigerato attacco di gas sarin contro la vicina città di Khan Shaykhun, in cui morirono circa 90 persone, tra cui almeno 11 bambini.
Leggi anche: L’OPAC conferma l’uso del sarin nell’attacco su Khan Shaykhun.
Non è infatti il primo caso di gas nervino usato in Siria dal regime siriano – basti pensare all’attacco su Douma del 2018 o al massacro di Ghouta nell’agosto 2013 che avevamo ricostruito qui – e non è nemmeno la prima volta che vengono attribuite responsabilità al regime siriano – la lista è lunga.
Leggi anche: Siria, a che punto sono le indagini sulle armi chimiche?
Fino al 2017 infatti c’era stata una Commissione congiunta ONU-OPCW, nota come Joint Investigative Mechanism, che era l’unico organo con il mandato di attribuire le responsabilità degli attacchi chimici – ne attribuì 33 al regime siriano dal 2013, uno a ISIS e zero ai ribelli – ma nel 2017 la Russia ne impedì il rinnovo decretandone la fine; da qui la modifica del mandato dell’OPAC.
È la prima volta però che l’OPAC stessa, dalla modifica del mandato, mette nero su bianco che il regime siriano ha usato sarin e cloro.
Il responsabile dell’OPAC, Santiago Oñate-Laborde, ha affermato che:
“[L’OPAC] ha concluso che [..] attacchi di tale natura strategica possono essere avvenuti solo sulla base di ordini delle autorità superiori del comando militare della Repubblica araba siriana. Anche se l’autorità può essere delegata, la responsabilità no. Alla fine, l’OPAC non è stata in grado di identificare qualsiasi altra spiegazione plausibile.”
Leggi anche: I gas tossici su Aleppo e il fallimento di Astana.
Non essendo però l’OPAC un organo giudiziario, il Direttore Generale dell’OPAC, Fernando Arias, ha precisato: “Spetta ora al Consiglio esecutivo e alla Conferenza degli Stati parti della Convenzione sulle armi chimiche, al Segretario generale delle Nazioni Unite e alla comunità internazionale nel suo insieme intraprendere qualsiasi ulteriore azione che ritenga appropriata e necessaria.”
di Samantha Falciatori