Da ieri Michael Temer è il 37esimo Presidente del Brasile, dopo che Dilma Rousseff è stata sospesa dal suo ruolo dal Senato con 55 voti favorevoli e 22 contrari. Temer rimarrà in carica per 180 giorni e, laddove Dilma dovesse essere condannata per il crimine di irresponsabilità fiscale, il nuovo presidente verosimilmente guiderà il Paese fino al 2018.
Chi è Michael Temer. Avvocato, professore, scrittore, massone e politico di lungo corso, Temer appartiene al PSDB (Partito della socialdemocrazia brasiliana), la seconda formazione politica del Paese. Per sei anni è stato vice-presidente e il suo nome è stato poco pronunciato, ha vissuto politicamente nell’ombra, sino ad ora. Il nuovo Presidente ha 75 anni ed è originario dello stato di San Paolo, mentre la first lady, 43 anni più giovane del marito è stata definita da lui “bella, pudica e donna di casa”. Nell’inchiesta Lava Jato il suo nome è stato pronunciato più volte da due pentiti in relazione a episodi di corruzione, ma al momento non è indagato.
Cosa può fare il nuovo Presidente. Teoricamente, Temer può svolgere tutte le funzioni che spettano a il capo del Governo e dello Stato; può definire l’impostazione della politica economica, può modificare decreti e adottare misure provvisorie, sanzionando o mettendo il veto a progetti di legge del Congresso. Tra le sue prime decisioni come Presidente si segnala la revoca dei ministri di Dilma e la nomina di una squadra di governo composta da soli uomini, cosa che in un Paese con 107 milioni di donne non si vedeva dal 1970. Importanti riforme come quella politica, quella del lavoro e della previdenza sociale, dipendono dal voto del Congresso, anche se sono presentate dal Presidente. Secondo un documento elaborato dal PMDB, Temer intende promuovere le privatizzazioni, aumentare le esportazioni e rilanciare programmi sociali come Minha Casa, Minha Vida e Pronatec – Programma Nazionale per l’accesso all’istruzione tecnico – oltre ad eseguire un aggiustamento fiscale. Altri alleati di Temer vorrebbero anche svincolare i benefici concessi per gli aggiustamenti del salario minimo ed eliminare alcuni vincoli costituzionali, come le spese obbligatorie per la salute e l’istruzione.
Nuove elezioni. Secondo gli esperti, non vi è alcun diritto legale del Presidente della Repubblica di convocare nuove elezioni. Una soluzione giuridica potrebbe essere quella che prevede le dimissioni di Rousseff nel corso di un eventuale periodo di rimozione per il processo in Senato, e di Temer nel corso di quest’anno, in questo modo il Congresso sarebbe costretto a indire nuove elezioni presidenziali entro 90 giorni.
L’eventuale ritorno di Dilma. Se l’ormai ex Presidente dovesse essere dichiarata innocente, questa potrebbe rimodellare il governo secondo la propria visione amministrativa. “Tutto ciò che vale per lui, in termini di cambiamento, vale anche per lei… soprattutto perché lei è la presidente in carica, mentre lui la sta solamente sostituendo” ha dichiarato Vladimir Feijó, professore di diritto costituzionale dell’Università di Minas Gerais. Intanto durante l’intero periodo del processo, Dilma continuerà a ricevere lo stipendio di Presidente (all’incirca € 7.000), e avrà diritto a usare l’aereo presidenziale, la macchina di servizio, la scorta e il suo staff.
L’House of Cards di Brasilia, continua.
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Di Christian Piscopo