Nel 2015 cade il centenario del genocidio armeno, una delle pagine più nere e controverse della storia ottomana. Ma c’è un altro evento che oggi compie 100 anni ed è la campagna di Gallipoli, che anticipò la “nuova Turchia” e la consacrò come potenza regionale. In questa vicenda si sono incrociati i destini di due uomini che hanno fatto la storia del ‘900, Wiston Churchill e Mustafa Kemal, fondatore della Repubblica Turca nata nel 1923.
24 aprile 1915, penisola di Gallipoli, oggi Turchia.
Il Lord dell’Ammiragliato (Ministro della Marina) Wiston Churchill prende la sciagurata decisione di dare il via a una massiccia operazione anfibia nella penisola di Gallipoli. Un’invasione che dopo mesi di logorante guerra di trincea, costerà la vita a 25.000 soldati inglesi, 10.000 soldati francesi e altrettanti tra australiani, neozelandesi e indiani.
Oggi la penisola di Gallipoli è un meraviglioso parco verde, allora fu teatro di una carneficina assoluta.
La campagna dei Dardanelli fu un’idea di Churchill. Il suo piano originale prevedeva l’aiuto di forze terrestri greche e magari anche di quanti dai Balcani non fossero ancora entrati in guerra contro l’Impero ottomano. Tutti insieme avrebbero sfondato le difese sullo stretto così da alleggerire la pressione sull’alleato russo, e aprire delle vie di comunicazione tra il mar Mediterraneo e il Mar Nero. Addirittura si ipotizzava di penetrare nel cuore dell’Europa con una forza marittima, che sarebbe risalita lungo il Danubio.
Eppure l’ambizioso piano non venne adottato, poichè il Ministro degli Esteri Lord Grey non aveva ancora comunicato al Consiglio di Guerra di aver preso accordi segreti coi russi che prevedevano la cessione dello stretto e di Costantinopoli stessa. Così passato l’inverno, su ordine del Primo Ministro Asquit nel Marzo del 1915, 16 navi da guerra anglo – francesi partirono alla volta dei Dardanelli, accompagnati da una potenza di fuoco impressionante, che tuttavia servì a poco di fronte all’astuzia degli avversari.
E qui è doverosa una precisazione di carattere storico dato che svela l’importanza per uno Stato Nazionale d’ inventarsi una tradizione; una narrazione che sia gloriosa e coerente, capace di suscitare ammirazione e fedeltà. Il fatto che spesso ci si riferisca ai turchi e non ancora agli ottomani è motivato dal fatto che per il regime repubblicano (lo stesso che con l’era Erdogan è stato irrimediabilmente compromesso) la battaglia di Gallipoli è da considerarsi l’inizio del riscatto nazionale turco. In realtà quello che accadde fu merito dell’esercito ottomano coadiuvato e addestrato da quello tedesco e di due generali – che tuttavia non andavano particolarmente d’accordo – Mustafa Kemal e Otto Liman von Sanders.
Consci dell’enorme asimmetria di potere tra loro e gli avversari si industriarono, ipotizzarono la rotta delle navi alleate, e nella notte riempirono lo stretto braccio di mare, di mine marittime tedesche, transitate sul territorio romeno con il benestare del governo. Così ne affondarono tre, prima che le altre battessero in ritirata. A Londra non ci credeva nessuno; anche perchè gli ottomani avevano appena subito pesanti sconfitte in Libia contro gli italiani. Non erano riusciti ad attraversare lo stretto.
Il 24 aprile del 1915 Churchill da il via alla campagna di Gallipoli.
I francesi sbarcati sulla punta più a sud della penisola avrebbero mosso due attachi diversivi, mentre gli inglesi avrebbero portato due attacchi effettivi sulla costa occidentale.
Risultato: sbarcarono in 6 spiagge diverse privi di coordinamento e soprattutto di ordini chiari circa l’avanzata o meno all’interno del territorio. Agli ottomani/turchi bastò restare sulle colline per dominare gli avversari. Quella che doveva essere una guerra lampo si trasformò in un pantano di trincea; le forze anglo-francesi riuscirono a stabilirsi su minuscole porzioni di territorio. Nelle settimane successive oltre 18.000 soldati persero la vita mentre a Londra l’opinione pubblica era tenuta all’oscuro di tutto.
L’attacco era stato pianificato dal Ministro della Guerra, anche se a rimetterci fu Churchill che venne sostituito dall’esperto seppur testardo generale Balfour che acconsentì alla proposta di Kitchener di tentare un’ultimo assalto nella baia di Suvla; siamo ad Agosto e nel frattempo sono arrivati i rinforzi.
Eppure niente, anche quest’ultimo attacco si risolve in un cinico nulla di fatto. La visita al fronte nel mese di novembre, convincerà il Ministro della Guerra inglese a ordinare la ritirata. Nel dicembre dello stesso anno 83.000 uomini verranno evacuati da Gallipoli.
Contro ogni previsione la triplice intesa subisce forse la più grave sconfitta sul campo della Grande Guerra.
I turchi/ottomani guidati da Mustafa Kemal erano imbattibili; colui che diventerà Ataturk (il padre dei turchi) è l’eroe di questa campagna. E per quanti desiderassero sapere qualcosa di più su questo gigante della storia la prima cosa da dire è che mentre non ci è dato sapere quale sia il giorno esatto della sua nascita – e anche per quello che riguarda il mese e l’anno, le fonti restano incerte – non esiste nessuno in Turchia che non si ricordi il giorno e perfino l’ora, della sua morte, avvenuta nel palazzo imperiale del Dolmabahçe a Istanbul alle 9.05 del mattino del 10 novembre 1938.
Eliza Ungaro