La “piaga del ballo” di Strasburgo e la psicologia delle masse

Un altro dipinto d'epoca che riprende l'anomalo evento / via blumhouse.com
Nel 1518 Strasburgo fu teatro di un strano evento di danza collettiva che arrivò a coinvolgere centinaia di persone per diversi mesi causando anche delle vittime. Lo storico John Waller nel 2009 ha distinto quanto di vero e quanto di falso esiste in questa vicenda, rendendola evocativa per un’interpretazione del presente.

Il 14 luglio ricorre la memoria della presa della Bastiglia. Questo evento ricorda l’inizio di una rivoluzione che (con la dovuta e massiccia dose di copertura ideologica) sarà poi ricordata come il trionfo della libertà e della ragione sul precedente sistema di governo monarchico. Il 14 luglio di 271 anni prima di tale storico evento, ha avuto luogo un’altra vicenda molto particolare della storia francese, una vicenda che ha poco da spartire con la lucida razionalità.

A Strasburgo, al tempo capitale di una piccola Repubblica municipale e parte del Sacro Romano Impero, nell’estate del 1518 una donna di nome Frau Troffea cominciò a danzare per le strade attirando l’attenzione del vicinato. L’evento passò però da curiosità stravagante a caso allarmante in poco tempo, poiché dopo sei giorni la donna stava ancora danzando. Ciò che tuttavia appare più sorprendente fu la forza di attrazione, quasi ipnotica e magnetica (a sentire le cronache del tempo) che sembrava avere questo ballo sui concittadini. Poco alla volta uomini e donne si unirono alla signora Troffea, diventando presto un numero consistente: 34 in una settimana e 400 dopo un mese.

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Particolare di un dipinto di Pieter Brueghel che ripropone lo strano evento / via History Channel

Le autorità cittadine allertarono esperti per trovare l’origine di questa danza incontrollabile. La spiegazione che fu data rimandava alla temperatura del sangue dei cittadini il quale, se eccessivamente riscaldato, poteva generare fenomeni di questo tipo. Considerata dunque come una malattia si decise di accelerarne il processo di sviluppo e fine, allestendo un palco su cui suonatori avrebbero accompagnato la danza dei cittadini. Tuttavia questa scelta si rivelò controproducente attirando ancora più persone: coloro che venivano coinvolti nel ballo sembravano perdere il controllo della propria volontà arrivando a dimenarsi, talvolta fino alla morte, dovuta a fame o per arresto cardiaco. I dati affermano che, al culmine di questo epidemia danzante, si contassero dodici decessi al giorno.

Il dannoso e inconsapevole flash mob ante litteram si interruppe solo agli inizi di settembre, così come era cominciato, senza una particolare ragione. Ripresa da questo evento sconcertante, la cittadina della piccola Repubblica municipale ricominciò la vita ordinaria dove era stata interrotta. Tuttavia non si smise di cercare le motivazioni di quella che oggi può sembrarci, senza mezzi termini, una psicosi collettiva.

Alcuni ipotizzano un’origine alimentare, rintracciando sugli steli della segale cornuta una possibile muffa che, se ingerita, avrebbe causato spasmi per l’alteramento del flusso sanguigno. Questa stessa muffa, chiamata anche fungus ergot, potrebbe essere considerata la versione organica del principio allucinogeno dell’LSD. Per quanto suggestiva, questa spiegazione però non riesce a spiegare l’eccezionalità dell’evento, anche per via delle grandi quantità di sostanza necessarie per diffondere gli effetti a tale numero di cittadini.

Altri sostengono che tali dinamiche, per quanto rare, non siano però da considerarsi come uniche o totalmente estranee dall’esperienza umana. A sostegno di questa tesi esistono interessanti connessioni con diversi racconti tramandati dalla tradizione che narrano di inspiegabili dinamiche collettive, non da ultimo il famoso pifferaio magico di Hamelin, il quale può essere interpretato come la traduzione fiabesca di uno di questi casi.

Inoltre, pur non considerando storie, leggende e la memoria comune, diversi casi di danze contagiose o di altri eventi particolari diffusi in una medesima popolazione sono rintracciabili nel passato. L’ultimo caso simile registrato risulterebbe essere un’epidemia di risate avvenuta nel 1962 in Tanzania e durata anche questa diversi mesi.

Queste considerazioni di carattere più generale ci spingono a riportarne altre riguardo quella che è stata chiamata “psicologia delle masse”. Questa sotto-disciplina della psicologia nasce quando, nel 1895, Gustave Le Bon definì la massa come un insieme di individui tenuti insieme da un legame che ne modifica il comportamento. La cesura esistente fra il comportamento del singolo e quello delle folle creava dunque per la prima volta i presupposti per la spiegazione di fenomeni che risultavano altrimenti indecifrabili.

L’origine di questo legame e di questo cambiamento però non è di così facile analisi. Nel 1921, Wilfred Trotter ipotizza una cosiddetta pulsione gregaria che, non ulteriormente scomponibile, sarebbe da considerarsi presente e innata in ogni uomo. In aggiunta a questa egli identifica anche altre tre pulsioni: auto-affermazione, sessuale e quella di nutrizione. Inoltre il fatto che queste possano contrapporsi l’una all’altra, getta una luce particolare sulle morti di stenti tra i danzanti di Strasburgo già menzionate.

Tornando sui nostri passi, lo studioso che più a fondo si è occupato di analizzare la danza contagiosa del 1518 è John Waller. Nel 2009 pubblicò un’esaustiva monografia intitolata “A Time to Dance, A Time to Die” la quale ruota interamente attorno a questa vicenda. Attraverso l’analisi di documenti del tempo quali necrologi, note del consiglio cittadino, cronache locali e regionali e trascrizioni di omelie, arriva ad affermare l’avvenimento come reale e a riportarne le cifre che oggi conosciamo.

Per quanto riguarda l’origine, Waller, più che fare riferimento a particolari sostanze alteranti, ritiene che ad avere un impatto determinante siano state soprattutto le combinazioni di contesto esterno e le conseguenti reazioni psicologiche. A far parte di questa miscela esplosiva troviamo la superstizione, l’influenza della religione come mezzo principale per la spiegazione del mondo, le difficoltà economiche che attraversava la città in quel periodo e il connesso grado di tensione percepito dalla popolazione. In altre parole, il risultato di questi elementi sarebbe stata una psicosi indotta da stress.

Nemmeno oggi, dopo il contributo di Waller, si può affermare con certezza ed in termini scientifici quale sia il motivo scatenante del ballo collettivo. Tuttavia può sembrare verosimile un parallelismo di questo tipo: le pressioni esterne dovute alla mancanza di cibo e instabilità economica hanno agito da cuneo che ha reciso il legame esistente fra una parte della popolazione di Strasburgo e la fiducia che essa nutriva nelle norme sociali. Venendo meno questo rapporto verticale fra la massa e il “Super-Io” collettivo, si è sprigionato collateralmente un senso di panico che ha originato comportamenti incontrollati e dannosi.

Consapevoli che questa spiegazione non sia esaustiva (poiché bisognerebbe spiegare come ha fatto una mancanza di fiducia di questo tipo a generare un tipo di legame durato per diversi mesi) riteniamo che sia un interessante parallelismo e possa costituire un punto di partenza per questa e altre analisi.

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Un altro dipinto d’epoca che riprende l’anomalo evento / via blumhouse.com

Oggi a Strasburgo si trova la sede del Parlamento Europeo. Volendo forzare un po’ il contesto per estrarne un parallelismo, in questa istituzione, necessariamente aperta a tutte le contraddizioni della democrazia, si è trovata ad ospitare al suo interno (e in parte finanziare) anche forze che le sono apertamente ostili. Questi movimenti, per quanto legittimi, si sono resi attori spesso controversi della scena comunitaria. Soffiando sulle braci delle tensioni che hanno contribuito al secondo suicidio mondiale europeo, sembrano infatti danzare su questi tizzoni ardenti senza però preoccuparsene. Senza mezzi termini intendono minare i pilastri su cui si è basata l’Unione fino ad oggi, così come i cittadini di Strasburgo di molti anni fa non si curavano di trascurare gli istinti basilari della sopravvivenza durante la danza contagiosa.

La superstizione pare aver avuto un ruolo importante nella diffusione dell’ipnosi collettiva e, ad un occhio contemporaneo, ciò suona come un imbarazzante retaggio medioevale, oggi impensabile. Tuttavia, nell’epoca della pubblicità onnipresente e di un uso spregiudicato o incauto dell’informazione che oggi viene catalogato come post-verità, non ci si può illudere di essere totalmente immuni da collettive dinamiche “irrazionali”. Facendo ovviamente la tara alle modalità di manifestazione di questi due eventi, se essi davvero sono stati generati dalla reazione fra un contesto ostile e stressante e dinamiche psicologiche proprie dell’umano, è difficile pensarsi così diversi rispetto ai cittadini francesi del XVI secolo.

Dell’epidemia del ballo che colpì molti anni fa Strasburgo conosciamo l’esito, ma, curiosamente, non sappiamo quale fu la fine della sua prima ballerina, Frau Troffea. Specularmente, non conosciamo ora cosa ne sarà delle turbolenze che a più piani attraversano l’Unione europea. Ciò che sappiamo è che due dei più appassionati “danzatori anti-europei”, Nigel Farage e Boris Johnson, chiamati a gestire i risultati della loro sonora campagna politica e mediatica si sono cortesemente fatti da parte per guardare comodi i prossimi giri di valzer del vecchio continente.

di Simone Taverna