Parte la nostra rubrica sulla teoria politica alla base delle relazioni internazionali, scritta in pillole di rapida consultazione: Teorica/Mente.
Per poter capire il mondo della politica internazionale, i suoi soggetti principali e le sue dinamiche, risulta necessario prendere confidenza con cinque concetti ben precisi: 1) lo Stato di Natura, 2) il concetto di “Politico”, 3) l’Anarchia internazionale, 4) l’ordine e l’equilibrio internazionale, 5) l’equilibrio di potenza. Iniziamo dal primo, lo “stato di natura”, essendo questo la base per lo sviluppo dei successivi punti.
LO STATO DI NATURA
«Il luogo delle cause prime della guerra si trova nella natura e nel comportamento dell’uomo» così scriveva Kenneth Waltz nel 1959 nel suo saggio “L’uomo, lo stato, la guerra”. Una qualsiasi analisi che abbia per oggetto il sistema internazionale nel suo complesso non può infatti prescindere dall’uomo e dalla sua natura. Le guerre difatti altro non sono che il risultato dell’egoismo e degli impulsi aggressivi insiti nella natura umana. Ora, la natura ha creato gli uomini così uguali tra di loro, tanto da far sì che tutti siano alla mercé di tutti, e se a ciò si aggiunge che ogni essere umano, per poter sopravvivere, necessita di quelle poche risorse presenti sul territorio, la competizione per queste (e per la sopravvivenza), rischia di sfociare in un conflitto. Possiamo dunque identificare tre cause principali di contesa: la competizione, la diffidenza e la gloria. La prima fa aggredire per guadagno, la seconda per sicurezza e la terza per reputazione. Da ciò emerge chiaramente come, senza un potere superiore in grado di tenere soggetti gli uomini (limitandone gli istinti e i comportamenti tendenzialmente egoisti) essi si trovino in una condizione perpetua di “tutti contro tutti”. Sarà dunque la necessità di un qualcosa di superiore alla singola volontà di ogni individuo a condurre una società composta da uomini a trovare una soluzione che assicuri “ordine” e ponga fine alla condizione di reciproca paura, terrore e conflitto, derivante dallo stato di natura.
A favorire la ricerca di una soluzione a questa condizione è l’atavica paura della morte, quella paura che spinge gli uomini, a qualsiasi compromesso o accordo, pur di poter continuare a “essere”. Ecco che dunque la ragione umana prende il sopravvento, e andando oltre i desideri meramente istintuali, escogita una soluzione logica, in grado di permettere il soddisfacimento di quelle necessità naturali e, allo stesso tempo, capace di allontanare il rischio imperante della morte. Hobbes chiamerà questa soluzione “leggi di natura”, ovvero regole che spingono costantemente alla ricerca della pace, ma senza dimenticarsi di preservare e tutelare i propri interessi, con ogni mezzo possibile: rinunciare a poter agire col massimo grado di libertà al fine di poter vivere in un contesto più sicuro. Si cede pertanto la propria facoltà decisionale a un altro soggetto, un soggetto super partes, al fine di preservarsi, assicurandosi una vita migliore, dove per “migliore” si intende più sicura e più pacifica. Seppur si rinunci a molte facoltà di cui si era in possesso nello stato di natura, dall’altra parte ci si assicura il godimento di altre che prima non lo erano, favorendo anche la convivenza tra essere umani. Nel momento in cui i singoli individui autorizzano e cedono il loro diritto di governare sé stessi a un uomo o a un’assemblea di uomini a precise condizioni, questa moltitudine di soggetti diffidenti e in lotta fra di loro, divengono un’entità unica, e questa unità così costituita prende il nome di Sovranità, che può declinarsi in diverse forme. Hobbes chiamerà questo concetto Leviatano.
Senza un Leviatano che assicuri il rispetto delle leggi di natura, le passioni umane spingeranno sempre nella direzione della parzialità e dell’orgoglio, e siccome la tentazione di cedere allo stato di natura è costante in ogni uomo, la moltitudine di uomini che brama l’attuazione delle leggi di natura dovrà cedere al Leviatano un’importante facoltà: l’esercizio del monopolio della forza legittima. Con la minaccia dunque dell’uso della forza, il Leviatano potrà assicurare l’attuazione delle leggi di natura e assicurare l’ordine sociale. D’altronde, “ogni patto senza spada non è altro che un insieme di vuote parole“.
Di Giorgio Croci