Resta il gelo tra Turchia e Unione europea

Torna il gelo tra Turchia e Unione europea
FILE PHOTO: Turkish President Recep Tayyip Erdogan (L) stands with European Council President Donald Tusk before a meeting at the European Council in Brussels, Belgium May 25, 2017. REUTERS/Olivier Hoslet/Pool/File Photo

Resta il gelo tra Turchia e Unione europea, dopo il vertice bilaterale del 26 marzo scorso a Varna, in Bulgaria. All’incontro hanno partecipato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, quello della Commissione Jean-Claude Junker e il premier bulgaro Bojko Borisov con il capo di stato turco Recep Erdogan.

Gelo tra Turchia e Unione europea: perchè?

La precaria situazione dello “stato di diritto” in Turchia, lo stop ai continui arresti di giornalisti e rappresentanti dell’informazione e alla “limitazione” della democrazia con il fermo dei politici di opposizione. Queste sono state solo alcune delle richieste che il “trilogo” europeo ha avanzato a Erdogan che però ha rispedito al mittente tutte le accuse, rilanciando per un’accelerazione delle trattative per l’adesione della Turchia all’Unione.

Restiamo candidati all’accesso all’Ue e vogliamo avanzare il più rapidamente possibile in questa direzione.

Questa la posizione del presidente turco che non ha mancato (volutamente) di ricordare i rapporti tra Ankara e Bruxelles nella gestione del terrorismo e del fenomeno migratorio che preme alle porte dell’Europa.

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Se Junker da un lato si è detto soddisfatto del vertice, più cauto è stato Donald Tusk che ha ricordato alle istituzioni turche come il processo di adesione all’Ue sia vincolato allo sviluppo e al rispetto dei più elevati standard di democrazia.

La situazione in Siria

Ma sotto la lente è finito anche il ruolo di primo piano che la Turchia ha nel conflitto in Siria. Non va dimenticato che la presa di Afrin (in Siria settentrionale) è stata portata avanti dal Governo di Ankara e dai ribelli siriani il 17 marzo scorso.

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Lo scopo sarebbe quello di eliminare i gruppi estremisti un tempo legati ad Al-Qaeda, rinforzando le altre fazioni ribelli e assicurando loro una base territoriale e logistica vicina alla Turchia, anche dal punto di vista politico. Un modo alternativo di mettere in un angolo gli storici nemici curdi.

L’Unione europea è preoccupata per quanto accade in Siria, in particolare nell’Afrin, […] per il momento con la Turchia non c’è stato nessun progresso.

I riflettori restano accesi, sia sulla situazione istituzionale turca che sul conflitto in Siria. Le posizioni future di Ankara sia sul fronte interno che su quello di politica estera, infatti, giocheranno un ruolo determinante nei lavori di avvicinamento e di ingresso nell’Unione europea. Staremo a vedere.

di Omar Porro